Neonati prematuri con il professor Francesco Crescenzi
Negli ultimi vent’anni le nascite di bambini prematuri sono in aumento. In Africa e in Asia le cause sono spesso legate alla povertà, alla denutrizione e alla mancanza di diagnosi corrette, nei Paesi sviluppati l’incremento è dovuto in parte all’aumento dell’età media in cui si affrontano le gravidanze ma, va detto, anche perché le diagnosi da noi sono più efficaci grazie a controlli più rigorosi che permettono di riconoscere per tempo eventuali patologie e dunque di procedere con il parto prematuro provocato, se necessario.
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Le nascite premature in aumento sono “il problema dell’ostetricia moderna, quello su cui ogni giorno ci diamo da fare”¸ ha detto a Nostrofiglio.it Paolo Cavoretto, ginecologo presso il Centro Salute Feto dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. Cavoretto e altri esperti in materia hanno risposto alle 10 domande più frequenti sulle nascite premature.
Quando si parla di bambini prematuri?
Una nascita si definisce prematura quando avviene prima della 37esima settimana di gestazione. La maggioranza dei parti prematuri (l’80%) avviene tra la 32esima e la 37esima settimana.
Quanti parti prematuri ci sono ogni anno?
Nel mondo nascono ogni anno 15 milioni di bambini prematuri: un milione di loro non ce la fa. In Italia i parti prematuri rappresentano circa il 7% delle nascite totali. Stando alle ultime indagini coordinate dal ministero della salute, riferite al 2013, sono nati 31mila bambini tra la 31esima e la 37esima settimana e 5mila bambini al di sotto della 30sima settimana di vita.
Qual è il tasso di sopravvivenza dei bimbi prematuri?
In Italia il tasso di sopravvivenza dei piccoli prematuri è tra i più elevanti al mondo. Supera il 90% anche nel caso di bambini nati pretermine che pesano meno di 1500 gr alla nascita, sostiene Fabio Mosca, direttore della Struttura complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva della Mangiagalli di Milano.
Il tasso di mortalità è legato alle settimane di gestazione?
“Sì. Ogni settimana pesa con un incremento del 20% nel range di sopravvivenza del neonato”¸ spiega Mosca. Questo significa che se un neonato partorito a 23 settimane di gestazione può sopravvivere solo nel 40% dei casi, a 25 settimane la sua percentuale di sopravvivenza balza già all’80%. “Ogni singolo giorno in più passato nella pancia della mamma è importante per la salute del bambino”, spiega il medico.
Quali possono essere le cause del parto prematuro?
“Il parto prematuro può essere provocato dai medici nel caso di patologie croniche della madre che renderebbero insicuro il procedere della gravidanza, come la gestosi, epatiti o un importante e rialzo pressorio. Oppure può avvenire perché sono necessari interventi chirurgici su patologie del feto, che non riesce ad alimentarsi e crescere correttamente. Il parto prematuro può essere anche spontaneo e causato dalla rottura improvvisa del sacco amniotico, dalla cervice corta o da una importante infiammazione uterina, con agenti patogeni che entrano nel liquido amniotico della placenta, infiammano le membrane e il cordone», dice Cavoretto.
Si può prevenire una nascita prematura?
“La prevenzione deve riguardare tutte le donne, non solo quelle a rischio (perché primipare attempate o per patologie pre-esistenti)”, dice Cavoretto.
Le ultime ricerche hanno dimostrato che sono molto importanti gli esami durante la gravidanza: in particolare, le ecografie che monitorino le variazioni della cervice uterina e la ecografia intra-vaginale, la sola in grado di captare un’eventuale cervice corta, che è uno dei fattori più comuni di parto prematuro spontaneo.
Questi esami devono essere fatti tra la 31esima e la 32esima settimana.
Fonte: www.nostrofiglio.it
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