Terapia genica contro la beta talassemia per un futuro senza trasfusioni Una terapia genica potrebbe combattere molto efficacemente contro la beta talassemia. “La beta talassemia è la malattia ereditaria del globulo rosso più frequente al mondo. Circa 300 mila persone soffrono della forma trasfusione-dipendente, di cui 6-7 mila soltanto in Italia dove la patologia si concentra soprattutto in Sardegna e in Sicilia, in certe zone del Sud e nel Polesine. Per chi convive con questa terribile malattia, potrebbe significare dire addio alle trasfusioni di sangue. Secondo quanto comunicato, a Stoccolma durante il 23esimo congresso della Associazione europea di ematologia-Eha, si potrebbe cancellare la malattia dal Dna.
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L’effetto immediato sarebbe non fare più trasfusioni di sangue ogni tre settimane e terapia chelante tutti i giorni per evitare sovraccarichi di ferro.
Il lavoro ha coinvolto centri di tutto il mondo sotto la guida dell’italiano Franco Locatelli, professore di Pediatria all’università di Pavia e direttore del Dipartimento oncoematologico, di terapia cellulare e genica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. I dati illustrati al meeting scandinavo riguardano gli studi di fase clinica I/II Northstar (HGB-204) e di fase clinica III Northstar-2 (HGB-207) sulla terapia genica LentiGlobin.
vettore lentivirale
L’idea è quella di utilizzare un vettore lentivirale che trasporta una versione corretta del gene Hbb della beta-globina, uno dei componenti dell’emoglobina, mutato o assente nella beta talassemia. A bordo di questo ‘mezzo di trasporto’ il gene terapeutico viene traghettato all’interno delle cellule staminali ematopoietiche prelevate dal paziente, che una volta modificate gli vengono reinfuse.
Due portatori del gene mutato hanno 1 probabilità su 4 di avere un figlio malato, 2 su 4 di avere un figlio portatore sano della malattia e 1 su 4 di avere invece un figlio che non sia neanche portatore del carattere.
“Degli 8 pazienti che hanno superato i 6 mesi, 4 dei quali sono italiani – spiega Locatelli – 7 sono arrivati a produrre grazie alla terapia genica almeno 7,6 grammi di emoglobina per decilitro di sangue, che hanno portato l’emoglobina totale a circa 11-13 g/dL”. Un livello che permette loro di vivere senza trasfusioni da un periodo compreso fra 4,7 e 15,1 mesi: oltre un anno.
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Dei 3 pazienti trattati più di recente, poi, “i 2 che hanno un follow-up di almeno 3 mesi sono arrivati a un totale di emoglobina di 10-12,6 g/dL”. Lo studio di fase III ha arruolato al momento 11 pazienti con beta talassemia trasfusione-dipendente e genotipo beta-positivo, che mantengono cioè una produzione residua di emoglobina, ma incompatibile con la vita.
“Il follow-up mediano è di 8,5 mesi e degli 8 pazienti che hanno superato i 6 mesi, 4 dei quali sono italiani – precisa Locatelli – 7 sono arrivati a produrre grazie alla terapia genica almeno 7,6 grammi di emoglobina per decilitro di sangue, che hanno portato l’emoglobina totale a circa 11-13 g/dL”. Un livello che oggi permette loro di vivere senza trasfusioni da un periodo compreso fra 4,7 e 15,1 mesi: oltre 1 anno.Secondo Locatelli, “larga parte di tutti i pazienti trasfusione-dipendente potrebbe beneficiare di una terapia genica”.
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