Nuove speranze di cura cancro
seno più aggressivo con farmaco pembrolizumab
© Protetto da Copyright DMCA |
Nuove speranze cura cancro – Il farmaco pembrolizumab si dimostra efficace contro il tumore al seno triplo negativo, una delle forme più aggressive di carcinoma mammario. I dati emersi da uno studio clinico presentato al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), rivelano che l’aggiunta di pembrolizumab al trattamento con chemioterapia ha portato a un netto miglioramento della sopravvivenza delle pazienti. Queste evidenze aprono la strada a un possibile utilizzo esteso del farmaco, offrendo nuove speranze a una categoria di pazienti tradizionalmente più difficile da trattare.
Il tumore al seno triplo negativo rappresenta dal 10% al 15% dei casi di carcinoma mammario diagnosticati ogni anno. Nel 2023, si stimano circa 55.700 nuovi casi in Italia. Questo tipo di tumore, privo di recettori ormonali e HER2, si distingue per la sua elevata aggressività e la maggiore probabilità di recidiva nei primi cinque anni dopo la diagnosi. Fino a poco tempo fa, le opzioni terapeutiche si limitavano a chemioterapia, chirurgia e radioterapia, con risultati spesso insoddisfacenti.
Lo studio Keynote-522 ha coinvolto 1.174 donne con carcinoma triplo negativo, suddivise in due gruppi: il primo ha ricevuto una combinazione di chemioterapia e pembrolizumab, mentre il secondo è stato trattato con la sola chemioterapia. I risultati hanno evidenziato che il trattamento con pembrolizumab ha aumentato la percentuale di pazienti che non hanno avuto recidive entro cinque anni dall’intervento, raggiungendo l’81,2% rispetto al 72,2% osservato con la chemioterapia tradizionale. Inoltre, il rischio di morte è stato ridotto del 34%.
Un dato particolarmente significativo è il tasso di sopravvivenza globale a cinque anni, che ha raggiunto quasi l’87% tra le pazienti trattate con pembrolizumab, un risultato mai raggiunto prima per questo tipo di tumore. Questi risultati hanno suscitato grande entusiasmo tra gli esperti del settore. Giuseppe Curigliano, direttore dello sviluppo di nuovi farmaci all’Istituto Europeo di Oncologia e professore all’Università di Milano, ha dichiarato che “i progressi raggiunti per il tumore triplo negativo sono notevoli”, sottolineando come la maggior parte delle recidive avvenga entro i primi tre anni. Superato questo periodo, le probabilità di guarigione aumentano considerevolmente.
Tuttavia, nonostante i promettenti risultati, è emersa la necessità di selezionare con attenzione le pazienti che potrebbero trarre maggiori benefici dall’immunoterapia. Secondo Carmen Criscitiello, specialista dell’unità diretta da Curigliano, una parte significativa delle pazienti potrebbe ottenere risultati soddisfacenti anche con la sola chemioterapia. Criscitiello ha inoltre evidenziato che l’immunoterapia può causare effetti collaterali immuno-correlati, come reazioni nella sede di infusione (18%) e ipotiroidismo (15%), che devono essere attentamente valutati.
Le questioni economiche giocano anch’esse un ruolo cruciale. In molti Paesi, infatti, l’accesso all’immunoterapia è limitato da restrizioni di carattere finanziario, che impediscono la rimborsabilità del trattamento. Questo fattore rende ancora più importante la selezione accurata delle pazienti che possono beneficiare maggiormente del pembrolizumab.
Alla luce dei risultati ottenuti, la casa farmaceutica Merck Sharp & Dohme ha annunciato l’intenzione di richiedere l’estensione d’uso del pembrolizumab per il trattamento del tumore al seno triplo negativo, sia a livello europeo che nazionale. Questa evoluzione potrebbe rappresentare un passo decisivo nel migliorare le opzioni terapeutiche per un numero crescente di pazienti affette da questa forma aggressiva di cancro.
Lo studio Keynote-522 segna una svolta significativa nel trattamento del carcinoma mammario triplo negativo, aprendo nuove prospettive per una malattia che, fino ad oggi, ha lasciato poche possibilità di sopravvivenza a lungo termine.
Commenta per primo