HPV e Vaccini, in studio la dottoressa Marina Toschi
I vaccini anti HPV, somministrati prima dell’esposizione al virus di fatto riducono notevolmente la possibilità di sviluppo di neoplasia maligna. I dati di prevalenza dell’infezione da HPV nelle donne dimostrano un primo picco d’infezione intorno ai 25 anni di età che diminuisce con il progredire della età, ripresentandosi con un secondo picco intorno ai 45 anni di età. L’infezione da HPV non si limita ad essere solo causante del cancro del collo dell’utero nelle donne, ma è responsabile anche di altre patologie sia nelle femmine che nei maschi.
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Esistono oltre 130 tipi di virus HPV: i tipi 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% di tutti i tumori del collo dell’utero e i tipi 6 e 11 causano oltre il 90% dei condilomi ano-genitali e pertanto i vaccini sono formulati contro questi ceppi. Alla fine del 2010, 18 Paesi dell’Unione Europea hanno introdotto la vaccinazione HPV nel calendario vaccinale. Il vaccino anti HPV è composto dalle cosiddette proteine L1, cioè particelle simil-virali associate a sostanze adiuvanti, purificate e prodotte con la tecnica del DNA ricombinante, quindi non utilizzando il genoma (DNA) del virus; pertanto non vi è alcuna possibilità che il vaccino provochi l’infezione da HPV.
Dopo la somministrazione del vaccino, il sistema immunitario del soggetto inizia a produrre anticorpi contro queste proteine e quindi nel caso di un eventuale attacco da Papilloma virus, l’organismo riconosce immediatamente le cellule patogene impedendo al virus di arrecare danno.
In Italia sono disponibili due diversi vaccini contro l’infezione da HPV: uno che contiene i sierotipi 16 e 18 (bivalente) e viene somministrato solo alle femmine e uno contenente 4 sierotipi (tetravalente), che contiene oltre ai sierotipi 16 e 18, anche i sierotipi 6 e 11 e può essere somministrato a maschi e femmine.
Il vaccino è preventivo, non ha alcuna efficacia terapeutica, e per poter essere efficace deve essere effettuato prima dell’esposizione al tipo di virus, preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale, anche se si è dimostrato efficace anche in femmine e maschi oltre l’inizio dell’attività sessuale. Per questo motivo, aver già iniziato l’ attività sessuale non è una controindicazione alla vaccinazione. La vaccinazione non sostituisce l’abituale screening del collo dell’utero e quindi le donne devono comunque effettuare il Pap test regolarmente secondo le regole dello screening nazionale (ogni tre anni nella fascia d’età 25-64 anni). (fonte testo vaccinarsi.org)
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