Dottor Salute, ipertensione killer silenzioso, dottor Paolo Verdecchia

mantenere la pressione arteriosa al di sotto dei 130 mm di mercurio

 
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Dottor Salute, ipertensione killer silenzioso, dottor Paolo Verdecchia

Dottor Salute – Nella trasmissione “Dottor Salute a domicilio”, il direttore Marcello Migliosi ha intervistato il Dottor Paolo Verdecchia, cardiologo e ipertensiologo, sul tema cruciale della pressione arteriosa. Il Dottor Verdecchia ha sottolineato l’importanza dell’argomento, citando le recenti linee guida europee per il trattamento dell’ipertensione.

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Definita dal Time come un “killer silenzioso”, l’ipertensione arteriosa è pericolosa poiché provoca danni a cuore, arterie, cervello e reni senza sintomi evidenti, aumentando il rischio di infarti e ictus. Rimane la principale causa di mortalità globale, superando fattori come fumo e sovrappeso, un problema che colpisce sia i paesi in via di sviluppo che quelli industrializzati. Il Dottor Verdecchia ha affermato che oggi sono disponibili trattamenti efficaci per contrastare questa condizione.

Nel corso della trasmissione “Dottor Salute a domicilio” – con la regia della giornalista Morena Zingales – il Dottor Paolo Verdecchia ha approfondito le variabili legate all’ipertensione arteriosa in diverse popolazioni. Anche in regioni come l’Africa subsahariana e l’Amazzonia, dove stili di vita attivi e una dieta a basso contenuto di sale sono comuni, l’ipertensione sta aumentando. Tuttavia, alcune tribù amazzoniche, caratterizzate da un consumo estremamente ridotto di sale e da una dieta povera in generale, mostrano tassi quasi assenti di ipertensione.

Il Dottor Verdecchia ha spiegato come l’ipertensione sia frequentemente associata all’obesità, ma il consumo di sale gioca un ruolo cruciale. Ha inoltre confrontato la situazione con quella dei cinesi, che generalmente seguono una dieta con meno sale e carboidrati, ma che nonostante ciò non sono esenti da ipertensione. Qui, l’ipertensione tende a causare più frequentemente ictus cerebrali rispetto agli infarti, che sono invece più comuni tra europei e nordamericani, dove fattori come colesterolo e obesità possono aggravare la condizione.

Questa distinzione nei tipi di complicanze legate all’ipertensione evidenzia l’importanza di considerare le abitudini alimentari e i fattori di rischio specifici delle diverse popolazioni nel trattamento e nella prevenzione di questa malattia.

Durante la trasmissione “Dottor Salute a domicilio”, il Dottor Paolo Verdecchia ha affrontato la questione cruciale della classificazione dell’ipertensione, presentando le recenti linee guida europee. Il Dottor Verdecchia ha spiegato che sono state pubblicate due importanti linee guida: una della Società Europea dell’Ipertensione dell’anno scorso e una più recente della Società Europea di Cardiologia.

Le nuove linee guida offrono un approccio semplificato alla classificazione dell’ipertensione, fondamentale per i pazienti. In particolare, è importante comprendere che i valori di pressione arteriosa vengono considerati per le persone che non hanno ancora iniziato un trattamento. La Società Europea dell’Ipertensione identifica diverse categorie di ipertensione basate su valori di pressione massima (sistolica) e minima (diastolica), ma questo sistema può risultare complesso.

Al contrario, le linee guida della Società Europea di Cardiologia propongono una classificazione più semplice, suddividendo la pressione arteriosa in tre categorie principali. Una pressione considerata “normale” è quella in cui la massima è inferiore a 120 mmHg e la minima è inferiore a 70 mmHg. Coloro che rientrano in questi valori possono essere considerati come aventi una pressione arteriosa normale. Una fascia intermedia, o “normale alta”, è quella in cui la pressione massima è compresa tra 120 e 139 mmHg e la minima tra 70 e 89 mmHg.

Queste semplificazioni sono pensate per rendere più accessibile la comprensione dell’ipertensione e guidare i pazienti nel monitoraggio della loro salute.

Nella trasmissione “Dottor Salute a domicilio”, il Dottor Paolo Verdecchia ha continuato a spiegare la classificazione dell’ipertensione. Ha sottolineato che una pressione arteriosa con valori massimi tra 120 e 139 mmHg e minimi tra 70 e 89 mmHg è considerata “normale alta”, mentre valori superiori a 140/90 mmHg indicano ipertensione.

Il Dottor Verdecchia ha evidenziato l’importanza di confermare questi valori in almeno due o tre visite per escludere che fattori come stress o attività fisica influenzino la misurazione. Ha anche parlato dell’ipertensione sistolica isolata, che si verifica quando la pressione massima supera 140 mmHg mentre quella minima resta sotto 90 mmHg. Questo tipo è comune negli anziani e deriva dalla perdita di elasticità delle arterie.

Con l’arrivo dell’autunno, il Dottor Verdecchia ha spiegato che l’ipertensione tende a manifestarsi maggiormente. In inverno, infatti, la pressione è generalmente più alta a causa della vasocostrizione indotta dal freddo, contrariamente all’estate, dove il caldo agisce come vasodilatatore.

Infine, ha introdotto i diversi metodi di misurazione della pressione, sottolineando l’importanza per i pazienti di conoscere le modalità corrette di monitoraggio. Questo include la misurazione clinica, effettuata in ospedale o ambulatori.

Il Dottor Paolo Verdecchia ha approfondito il tema della misurazione della pressione arteriosa, suddividendo le metodologie in tre categorie. La prima è la pressione clinica, misurata dal medico in ambito sanitario. La seconda è la pressione automisurata dal paziente a casa, utilizzando apparecchi validati. Il Dottore ha sottolineato l’importanza di utilizzare dispositivi approvati, facilmente reperibili in farmacia o su siti specializzati.

La terza categoria è il monitoraggio ambulatoriale, che permette di registrare la pressione per 24 ore. Verdecchia ha incoraggiato i pazienti a misurare la pressione a casa, suggerendo di farlo almeno 1-3 volte al mese, e di eseguire un monitoraggio quotidiano per 5-7 giorni prima di una visita medica.

Per quanto riguarda i momenti ideali per misurare la pressione, ha indicato le ore prima di colazione e cena, in un ambiente rilassato. Ha consigliato di sedersi comodamente, non accavallare le gambe e rimanere in silenzio per alcuni minuti prima della misurazione, poiché queste condizioni aiutano a ottenere risultati più accurati.

Dopo aver atteso 5-7 minuti, è importante effettuare almeno tre misurazioni della pressione sanguigna e registrarle su un quaderno, annotando il giorno, l’orario e se è stata presa al mattino o alla sera. Successivamente, si calcola la media delle misurazioni. Per esempio, se la media della prima settimana è di 130 e quella della settimana successiva è 140, la media complessiva sarà di 135, che rappresenta il valore più accurato della pressione nelle due settimane.

Le misurazioni devono essere fatte da seduti, poiché studi clinici si sono basati su questa posizione. Tuttavia, è consigliato misurare anche la pressione in piedi, soprattutto negli anziani, per valutare eventuali cali pressori quando si alzano. Le recenti linee guida europee di cardiologia sottolineano l’importanza di questo aspetto, soprattutto all’inizio del trattamento.

Nel corso Dottor SALUTE, il cardiologo Paolo Verdecchia ha sottolineato la necessità di monitorare attentamente la pressione sanguigna, in particolare negli anziani, dove possono verificarsi cali repentini che aumentano il rischio di svenimenti e fratture. Queste cadute possono richiedere un aggiustamento della terapia, poiché è comune che, passando dalla posizione seduta a quella in piedi, si registri una caduta pressoria.

Verdecchia ha evidenziato che, mentre molti anziani possono mantenere un buon adattamento all’ortostatismo, è fondamentale effettuare misurazioni corrette. Per questo, è importante palpare l’arteria brachiale e posizionare accuratamente il fonendoscopio per garantire letture affidabili. La cuffia deve essere fissata attorno alla parte superiore del braccio nudo del paziente.

In merito alla gestione dell’ipertensione, il dottore ha chiarito che, sebbene l’assunzione di farmaci possa essere necessaria, è consigliabile iniziare sempre con misure non farmacologiche. Queste includono la riduzione del peso corporeo, soprattutto in soggetti sovrappeso o obesi, con circonferenze addominali raccomandate di 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne. La gestione efficace dell’ipertensione, dunque, richiede un approccio integrato che unisca monitoraggio costante e modifiche nello stile di vita.

Durante la trasmissione, il dottor Paolo Verdecchia ha evidenziato l’importanza di adottare una dieta equilibrata per gestire l’ipertensione. Una dieta ricca di frutta e vegetali, povera di grassi e con un apporto di sale ridotto a meno di 5 g al giorno, è fondamentale. Si consiglia di evitare l’aggiunta di sale ai cibi e di prestare attenzione a prodotti come salse e ketchup, noti per il loro alto contenuto di sale.

In aggiunta alla dieta, l’attività fisica gioca un ruolo cruciale. Il dottore ha raccomandato di dedicare almeno 2,5-3 ore alla settimana all’esercizio fisico, che può includere camminate veloci o corsa leggera. Le sessioni possono essere suddivise in periodi più brevi, come 30 minuti al giorno, per rendere più facile integrare l’attività fisica nella routine quotidiana. Questi cambiamenti nello stile di vita sono essenziali per una gestione efficace della pressione arteriosa.

Il dottor Paolo Verdecchia ha ribadito l’importanza della costanza nell’attività fisica e nella dieta per la gestione dell’ipertensione. È necessario dedicare almeno 2,5-3 ore a settimana all’esercizio fisico. Ogni chilo di peso perso nei soggetti sovrappeso può contribuire a ridurre la pressione arteriosa di circa 1,5 mmHg. Questo significa che una perdita di 5 kg può equivalere all’assunzione di uno o due farmaci antipertensivi.

Verdecchia ha spiegato che una riduzione del peso di 10 kg può portare i pazienti a interrompere la terapia farmacologica. Ogni misura adottata, come l’aumento dell’attività fisica o l’adozione di una dieta povera di sale, porta a benefici significativi sulla pressione, con riduzioni di 4-9 mmHg e 2-8 mmHg rispettivamente. Anche il consumo moderato di vino, limitato a due bicchieri al giorno, è consigliato, mantenendo viva la tradizione italiana del vino come parte della tavola. L’integrazione di queste misure può portare a un miglioramento sostanziale nella gestione della pressione arteriosa.

Nel corso della trasmissione, il dottor Paolo Verdecchia ha discusso l’approccio al consumo di vino per la salute cardiovascolare, sottolineando che è consigliabile limitare il consumo a due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne, ma solo durante i pasti. Un eccesso di alcol, specialmente al di fuori dei pasti, è associato a un aumento delle malattie cardiovascolari.

È stata evidenziata l’importanza della dieta DASH, spesso identificata con la dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura e povera di grassi. Questa dieta può ridurre la pressione arteriosa di 8-14 mmHg. Verdecchia ha inoltre spiegato che gli effetti benefici di una dieta sana e della perdita di peso sono sinergici: più peso si perde, maggiore è la riduzione della pressione. L’enfasi è stata posta sulla rilevanza delle misure non farmacologiche per la gestione dell’ipertensione, confermando l’importanza di uno stile di vita sano per la salute cardiovascolare.

Durante una discussione sulla gestione della pressione alta, il dottor Paolo Verdecchia ha sottolineato l’importanza di intervenire quando, nonostante diete e attività fisica regolare, i risultati non si vedono. Se, dopo più visite, i valori di pressione superano 140/90 mmHg, è necessario iniziare una terapia farmacologica, oltre alle misure non farmacologiche già adottate.

Il medico ha chiarito che, per valori tra 130 e 140 mmHg di pressione massima e 80-90 mmHg di minima, i farmaci sono indicati solo in pazienti con condizioni di prevenzione secondaria, come quelli con un passato di infarto o ictus. Le nuove linee guida europee hanno esteso questa indicazione anche a pazienti con diabete, evidenziando l’importanza di un approccio tempestivo e personalizzato nella gestione della salute cardiovascolare.

Diabete e Ipertensione: Linee Guida sulla Terapia

In un recente episodio della trasmissione Dottor Salute, il dottor Paolo Verdecchia ha approfondito la gestione dell’ipertensione nei pazienti diabetici. Un soggetto diabetico con valori pressori tra 130 e 140 mmHg deve considerare l’uso di farmaci specifici, soprattutto in presenza di patologie come l’insufficienza renale cronica, l’ipertrofia ventricolare sinistra, e l’ipercolesterolemia familiare. In questi casi, è fondamentale mantenere la pressione sanguigna a livelli più bassi, poiché l’interazione tra pressione e colesterolo può accelerare il danno alle arterie.

Il dottor Verdecchia ha evidenziato che anche pazienti molto giovani e magri possono presentare valori di colesterolo allarmanti. Per coloro con pressione superiore a 130, oltre a seguire una dieta povera di grassi e assumere statine, è necessario avviare una terapia farmacologica.

Le raccomandazioni della European Society of Hypertension si differenziano da quelle della cardiologia: la prima propone un intervento farmacologico solo se il paziente ha subito un infarto o un ictus. Tuttavia, per pazienti con diabete, ipercolesterolemia familiare o insufficienza renale cronica, il rischio cardiovascolare aumenta, giustificando una terapia anche in assenza di eventi precedenti.

Per il trattamento, è consigliato iniziare con due farmaci antipertensivi contemporaneamente nella maggior parte dei casi, riservando un approccio diverso per i pazienti anziani che potrebbero soffrire di ipotensione ortostatica. Queste linee guida sottolineano l’importanza di un approccio personalizzato nella gestione dell’ipertensione, in particolare per i soggetti con condizioni metaboliche complesse.

Terapie Antipertensive: Approcci Personalizzati e Combinazioni

Durante la trasmissione Dottor Salute, il dottor Paolo Verdecchia ha discusso ulteriormente le strategie di trattamento per l’ipertensione, sottolineando che in pazienti più anziani o fragili, è opportuno iniziare con un solo farmaco. Nella maggior parte dei casi, invece, si raccomanda di somministrare fin da subito due farmaci, sfruttando le combinazioni già disponibili sul mercato.

Verdecchia ha evidenziato l’esistenza di combinazioni fisse di due farmaci in un’unica pasticca, che semplificano la terapia per i pazienti. Questo approccio riduce il numero di compresse da assumere, facilitando la compliance. In alternativa, i pazienti possono scegliere di assumere due farmaci separati, consentendo maggiore flessibilità. Ad esempio, durante l’estate, potrebbe essere opportuno ridurre il dosaggio, mentre in inverno, se la pressione aumenta, si potrebbe aumentare la terapia.

Se la pressione sanguigna non è adeguatamente controllata con due farmaci, si può considerare l’aggiunta di un terzo farmaco. Le combinazioni più comuni comprendono ACE inibitori, Sartani, diuretici, e vasodilatatori, con la possibilità di assumerli anche in una sola pasticca.

In passato, l’approccio standard era iniziare con un diuretico, ma ora non è più.  Si può optare per un inizio con altri tipi di farmaci a seconda della situazione clinica del paziente, evidenziando l’importanza di un trattamento personalizzato in base alle specifiche esigenze e condizioni di salute del soggetto.

Il dottor Paolo Verdecchia, nel suo intervento su Dottor Salute, ha messo in evidenza l’importanza della personalizzazione nelle terapie antipertensive. Ogni paziente presenta un profilo clinico unico, il che rende fondamentale adottare un approccio individualizzato. In base alle condizioni di salute specifiche, ai valori di pressione e a eventuali patologie concomitanti, il medico può scegliere il farmaco più adatto, evitando di seguire rigide linee guida.

Verdecchia ha sottolineato che l’obiettivo principale è raggiungere un controllo ottimale della pressione arteriosa, riducendo il rischio di eventi cardiovascolari. La flessibilità nella scelta dei farmaci consente ai medici di adattare le terapie alle esigenze mutevoli dei pazienti, come variazioni stagionali della pressione o effetti collaterali indesiderati.

Inoltre, il dottore ha chiarito che le nuove linee guida non escludono l’uso di diuretici, ma piuttosto invitano a valutare caso per caso se avviare un trattamento con questo tipo di farmaci o con altri agenti antipertensivi. La continua evoluzione delle evidenze scientifiche permette ai professionisti di rimanere aggiornati e di scegliere le opzioni terapeutiche più efficaci, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.

In conclusione, la personalizzazione del trattamento dell’ipertensione non solo facilita la gestione della malattia, ma contribuisce anche a un approccio più olistico alla salute del paziente, tenendo conto di fattori come lo stile di vita e le preferenze individuali.

Nel corso della trasmissione ‘Dottor Salute’, condotta da Marcello Migliosi e con la partecipazione del dottor Paolo Verdecchia, vengono analizzate le linee guida sull’ipertensione e l’uso dei farmaci per il trattamento di questa condizione. Si parla in particolare delle cosiddette “linee verde” e “linee rossa”. Le prime rappresentano i farmaci maggiormente raccomandati, mentre le seconde quelli da evitare.

Il dottor Verdecchia sottolinea la principale differenza tra le linee guida dell’Associazione Europea di Ipertensione e quelle dell’Associazione Europea di Cardiologia. In particolare, si concentra sui beta bloccanti, farmaci utilizzati per ridurre la frequenza cardiaca, storicamente impiegati anche per trattare l’ipertensione. L’Associazione Europea di Ipertensione li considera utilizzabili in ogni situazione, mentre le linee guida dell’Associazione Europea di Cardiologia, aggiornate di recente, raccomandano il loro uso solo in specifici casi, come la fibrillazione atriale, il post-infarto o lo scompenso cardiaco. Alcuni studi, infatti, suggeriscono che i beta bloccanti siano meno efficaci di altri farmaci antipertensivi, come diuretici, nel prevenire infarti e ictus.

Infine, si discute dell’importanza di raggiungere i target terapeutici per garantire il benessere del paziente, come illustrato nella diapositiva 18 mostrata durante la trasmissione.

Il dottor Paolo Verdecchia sottolinea l’importanza di mantenere la pressione arteriosa al di sotto dei 130 mm di mercurio, come raccomandato dalle linee guida americane e europee. Idealmente, l’obiettivo sarebbe di 120 mm, purché il paziente tolleri bene tali valori, senza sviluppare ipotensione ortostatica o altri disturbi. Secondo recenti studi, ridurre la pressione arteriosa a livelli più bassi, se ben tollerati, porta a benefici significativi nella prevenzione di infarti e ictus. Tuttavia, è essenziale che la pressione sia adattata alle condizioni individuali del paziente, evitando valori troppo bassi se non sono ben tollerati.

Al termine della puntata, il conduttore Marcello Migliosi chiede al dottor Verdecchia la disponibilità per un futuro appuntamento, durante il quale si affronterà il tema dell’insufficienza cardiaca, una condizione che ha colpito anche figure di rilievo del cinema. Si parla poi del libro del dottore, intitolato Ipertensione arteriosa, cosa devo sapere?, edito da Piccin, in cui si offre una guida per convivere e combattere l’ipertensione. La trasmissione si conclude con un augurio di buona salute a tutti i telespettatori.

 

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