Nuova scoperta sui biomarcatori per il tumore al polmone

Identificata una “firma molecolare” predittiva dell’immunoterapia

Nuova scoperta sui biomarcatori per il tumore al polmone

Un team di ricercatori dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE), coordinato da Marcello Maugeri-Saccà, ha individuato una nuova “firma molecolare” in grado di prevedere l’efficacia dell’immunoterapia nei pazienti affetti da tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC). La scoperta è stata pubblicata su Clinical Cancer Research, rivista dell’American Association for Cancer Research (AACR), come riportato da Italian Medical News.

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Il tumore al polmone non a piccole cellule rappresenta una delle forme più comuni di cancro polmonare, e l’immunoterapia con anticorpi monoclonali ha cambiato significativamente l’approccio terapeutico per questi pazienti. Tuttavia, solo il 20% circa dei pazienti ottiene un reale beneficio dal trattamento. Comprendere i motivi di questa “resistenza farmacologica” intrinseca è un passo fondamentale per ottimizzare la terapia e migliorare la prognosi dei pazienti.

Il nuovo studio, realizzato con la collaborazione del Dana-Farber Cancer Institute di Boston e dell’University College London Cancer Institute, ha permesso di identificare un profilo molecolare denominato “KEAPness”. Questa firma molecolare è legata a una disfunzione del gene oncosoppressore KEAP1 e a una conseguente ridotta risposta all’immunoterapia. Identificare nei pazienti la presenza del profilo KEAPness consentirebbe di scegliere percorsi terapeutici più mirati, riducendo trattamenti inefficaci e potenzialmente abbattendo i costi per il sistema sanitario pubblico.

Secondo il dottor Maugeri-Saccà, questo studio rappresenta un importante progresso nella personalizzazione dell’immunoterapia per i pazienti con tumore al polmone. In particolare, è stato osservato che i tumori che mostrano il profilo molecolare KEAPness tendono a comportarsi in modo simile ai tumori con mutazioni del gene KEAP1, manifestando una minore sensibilità ai trattamenti immunoterapici. Questo comportamento può ora essere utilizzato come indicatore clinico per adattare e ottimizzare le strategie terapeutiche.

Nuove prospettive terapeutiche

Lo studio apre inoltre la strada a nuove possibilità di trattamento per i pazienti con questa specifica firma molecolare. In particolare, si ipotizza lo sviluppo di terapie combinatorie che possano aumentare l’efficacia dell’immunoterapia per i pazienti che manifestano resistenza al trattamento a causa della mutazione KEAP1 o della firma molecolare KEAPness. L’obiettivo è quello di rendere la terapia più efficace, personalizzata e sostenibile per ogni singolo paziente, sfruttando questa nuova conoscenza molecolare.

Il dottor Maugeri-Saccà e il suo team sono da tempo impegnati nello sviluppo di approcci terapeutici innovativi per migliorare l’immunoterapia personalizzata. La loro ricerca ha già mostrato come mutazioni in alcuni geni specifici, come KEAP1, possano influenzare notevolmente l’efficacia del trattamento nei pazienti affetti da NSCLC. La scoperta della firma KEAPness rappresenta una naturale evoluzione di questo percorso scientifico e offre nuove possibilità per incrementare la risposta dei pazienti alle terapie oncologiche.

Implicazioni cliniche e future ricerche

Questa scoperta ha anche rilevanti implicazioni per la pratica clinica: conoscere la firma KEAPness permetterebbe ai medici di indirizzare i pazienti verso trattamenti potenzialmente più efficaci, evitando inutili esposizioni a farmaci che potrebbero risultare inefficaci. Questo approccio potrebbe portare a una riduzione degli effetti collaterali per i pazienti e a un contenimento dei costi per il sistema sanitario, ottimizzando l’allocazione delle risorse disponibili.

La firma molecolare KEAPness costituisce inoltre un promettente bersaglio per future ricerche. Studi successivi si concentreranno sulla possibilità di neutralizzare le resistenze intrinseche all’immunoterapia, esplorando combinazioni terapeutiche che potrebbero superare gli ostacoli posti dalla mutazione del gene KEAP1. Grazie a queste nuove strategie, si potrebbe aumentare la percentuale di pazienti che rispondono positivamente all’immunoterapia, rendendola una valida opzione anche per chi oggi non beneficia di questo approccio.

L’impegno del team di ricerca dell’IRE, in collaborazione con istituzioni internazionali di prestigio, rappresenta un passo significativo nella lotta contro il tumore al polmone. La scoperta della firma molecolare KEAPness conferma l’importanza della ricerca genetica per identificare soluzioni terapeutiche sempre più efficaci e personalizzate.

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