Nuovo farmaco orale AZD0780 riduce del 50% il colesterolo cattivo

Nuovo farmaco orale AZD0780 riduce del 50% il colesterolo cattivo

Lo studio di fase IIb presentato all’ACC conferma l’efficacia dell’inibitore orale di Pcsk9

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Un nuovo farmaco orale sperimentale, l’inibitore di Pcsk9 AZD0780, ha mostrato una riduzione significativa del colesterolo Ldl (quello “cattivo”), quando assunto una volta al giorno in aggiunta alla terapia standard con statine. I dati, presentati al Congresso annuale dell’American College of Cardiology (ACC) a Chicago e pubblicati su JACC, arrivano dallo studio di fase IIb Pursuit, condotto da AstraZeneca.

Dopo 12 settimane di trattamento, i pazienti trattati con AZD0780 30 mg hanno ottenuto una riduzione del 50,7% dei livelli di Ldl-c, indipendentemente dall’intensità della statina assunta. Inoltre, l’84% dei pazienti ha raggiunto il target raccomandato dalle linee guida americane (<70 mg/dL), contro appena il 13% di quelli trattati solo con statine.

“Questi risultati sono promettenti per milioni di pazienti che non riescono a raggiungere i target di colesterolo nonostante le terapie attuali – ha spiegato Michael J. Koren, principal investigator dello studio –. AZD0780 potrebbe diventare una comoda opzione terapeutica orale, capace di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari gravi”.

Anche Sharon Barr, vicepresidente esecutivo BioPharmaceuticals R&D di AstraZeneca, ha sottolineato l’importanza dell’innovazione: “Essendo un inibitore orale a basso peso molecolare, AZD0780 può essere assunto con o senza cibo, rappresentando una svolta pratica per la gestione dell’ipercolesterolemia refrattaria”.

Il farmaco è risultato ben tollerato: gli eventi avversi sono stati simili tra i gruppi trattati e placebo (38,2% contro 32,6%), con un tasso molto basso di interruzione della terapia (1,5% vs 2,3%).

Il nuovo composto potrebbe ridefinire il paradigma terapeutico per chi soffre di colesterolo alto e non risponde adeguatamente alle cure standard. AstraZeneca, che già vanta un forte impegno nelle malattie cardiovascolari, renali e metaboliche, continua così a puntare sulla ricerca traslazionale per migliorare gli esiti clinici.

(Mgu/Adnkronos Salute)

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