Roma ospita la seconda edizione della Diagnostic Academy 2.0
Imaging in reumatologia – L’identificazione tempestiva delle malattie reumatiche rappresenta una sfida centrale per i reumatologi, i quali devono saper riconoscere rapidamente i primi segnali clinici e predire l’evoluzione delle patologie anche in assenza di sintomi evidenti. La possibilità di intervenire precocemente con terapie mirate è fondamentale per prevenire danni permanenti alle articolazioni e ad altri organi. In questo contesto, le tecniche di imaging, soprattutto la risonanza magnetica (RM), si rivelano strumenti preziosi, in particolare se integrate con tecnologie di intelligenza artificiale, capaci di anticipare la diagnosi anche di un decennio rispetto all’esordio clinico.
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Per i pazienti affetti da spondiloartriti, la RM ha permesso di accorciare drasticamente i tempi diagnostici, riducendoli da un intervallo che può arrivare fino a 14 anni a pochi mesi. Oltre alla tempestività, la metodica offre elevata sensibilità e specificità, elementi chiave anche per la previsione dell’evoluzione clinica. Ad esempio, in circa il 25% dei pazienti con artrite reumatoide, le alterazioni a livello cervicale possono essere individuate già nella fase preclinica, consentendo interventi precoci per evitare complicanze midollari gravi.
Nonostante i vantaggi clinici e il supporto delle linee guida europee Asas-Eular, l’utilizzo sistematico della RM nel percorso diagnostico dei malati reumatici rimane ancora limitato. Questo gap è stato al centro della seconda edizione della Diagnostic Academy 2.0, un evento formativo svoltosi a Roma con l’obiettivo di promuovere una cultura più diffusa sull’importanza dell’imaging in Reumatologia. L’iniziativa si focalizza sulla condivisione di esperienze pratiche, casi clinici e sulle modalità di refertazione, con l’intento di rafforzare la collaborazione tra reumatologi e radiologi e di integrare il punto di vista dei pazienti nel processo diagnostico.
La risonanza magnetica viene riconosciuta come uno strumento fondamentale non solo per differenziare correttamente le varie forme di artrite, ma anche per capire le cause del dolore articolare. Permette infatti di evidenziare lesioni caratteristiche e segni infiammatori quali sinovite, versamento articolare, edema osseo ed entesite, che contribuiscono a definire la natura della patologia. Inoltre, la RM esclude condizioni con sintomi simili ma di natura differente, come infezioni, tumori o traumi, evitando così errori diagnostici che potrebbero compromettere il trattamento.
Imaging in reumatologia
L’importanza di una diagnosi tempestiva è ulteriormente sottolineata dalla testimonianza di rappresentanti delle associazioni di pazienti. La diagnosi tardiva, spesso caratterizzata da percorsi complessi e frammentati, incide negativamente sul benessere fisico e psicologico non solo dell’individuo colpito ma anche del suo contesto familiare. Oggi, grazie all’ampia disponibilità di trattamenti efficaci, è possibile prevenire danni irreversibili e assicurare una buona qualità della vita, purché l’intervento terapeutico sia rapido e adeguato. Un approccio strutturato che valorizzi la diagnosi precoce, la multidisciplinarità e la personalizzazione della cura, sostenuto da un utilizzo più esteso delle tecniche di imaging, può migliorare significativamente gli esiti clinici.
Le metodiche di imaging giocano inoltre un ruolo strategico nel monitoraggio della progressione della malattia e nella valutazione dell’efficacia dei trattamenti, permettendo al medico di adattare le terapie e di contenere le complicanze extra-articolari, che spesso influiscono pesantemente sulla prognosi e sulla sopravvivenza del paziente. Nel caso dell’artrite reumatoide, ad esempio, il 20% dei malati sviluppa una fibrosi polmonare che triplica il rischio di mortalità. La tomografia computerizzata ad alta definizione si rivela dunque indispensabile per stimare l’evoluzione di queste complicanze e per guidare la scelta terapeutica più idonea a gestire sia la malattia di base sia le sue manifestazioni polmonari.
Il progetto formativo promosso da Celltrion Healthcare sostiene la diffusione del sapere tecnico-clinico come elemento chiave per una gestione più efficace della malattia reumatica, sottolineando il valore dell’integrazione tra reumatologia e radiologia. L’Academy prevede anche una seconda sessione prevista per ottobre, rafforzando così l’impegno per una formazione continua basata su casi reali, che testimoniano come la collaborazione interdisciplinare migliori l’individuazione delle lesioni e la gestione terapeutica.
Imaging in reumatologia
Nonostante la risonanza magnetica sia indicata come tecnica di elezione per la diagnosi precoce, soprattutto nella fase iniziale del dolore, il suo impiego sul territorio nazionale risulta disomogeneo. Le difficoltà di accesso alle tecnologie sono aggravate da un deficit culturale e formativo che limita la richiesta e l’interpretazione degli esami. È necessario quindi un percorso di formazione che coinvolga tanto i reumatologi, incoraggiati a richiedere indagini specifiche, quanto i radiologi, chiamati a riconoscere e valorizzare le lesioni di rilievo clinico, per fornire indicazioni utili alla scelta terapeutica.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale rappresenta un ulteriore passo avanti nella diagnostica reumatologica. I software dotati di machine learning consentono di analizzare grandi quantità di dati, offrendo valutazioni predittive sull’andamento della malattia che supportano la decisione clinica. Questa tecnologia si sta affermando come un complemento prezioso per velocizzare e rendere più precise le valutazioni, migliorando così la gestione complessiva del paziente.
In sintesi, la diagnosi precoce delle malattie reumatiche, resa possibile soprattutto dall’uso avanzato della risonanza magnetica integrata con tecniche di intelligenza artificiale, rappresenta un punto di svolta nella cura di queste patologie. Tuttavia, il potenziale di queste metodiche non è ancora pienamente sfruttato a causa di barriere culturali, formative e organizzative. Progetti come la Diagnostic Academy 2.0 mirano a colmare queste lacune, favorendo un approccio multidisciplinare e un uso più diffuso e consapevole dell’imaging, in grado di migliorare significativamente gli esiti per oltre cinque milioni di persone colpite da malattie reumatiche in Italia.
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