Mutilazioni Genitali in Italia: Formazione insufficiente per gli operatori sanitari

L'ISS e l'Università Cattolica promuovono una rete nazionale per la prevenzione e il trattamento

Mutilazioni Genitali in Italia: Formazione per gli operatori sanitari

Mutilazioni Genitali in Italia: Formazione insufficiente per gli operatori sanitari

Mutilazioni Genitali – In Italia, si stima che 80.000 donne, tra cui 7.000 minori, abbiano subito mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica che viola i diritti umani e ha gravi conseguenze sulla salute. Nonostante la diffusione del fenomeno, una ricerca presentata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore rivela che oltre il 60% degli operatori sanitari italiani si sente inadeguato nella formazione relativa alle MGF.

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L’indagine, condotta su oltre 300 medici, ginecologi, ostetriche e pediatri, evidenzia come la maggior parte degli intervistati non sappia indirizzare le pazienti verso strutture specializzate e attribuisca erroneamente le MGF a motivazioni religiose. Questi dati sottolineano la necessità di una maggiore formazione in medicina interculturale per gli operatori sanitari, con un focus specifico sulle MGF, per riconoscere i segni delle mutilazioni e indirizzare le pazienti verso percorsi di cura adeguati.

Il presidente dell’ISS, Rocco Bellantone, ha sottolineato l’importanza di affrontare il problema, mentre Walter Malorni, direttore scientifico del Centro di ricerca in Salute globale dell’Università Cattolica, ha proposto l’istituzione di un Osservatorio Nazionale e attività di formazione per gli operatori sanitari, inclusi i mediatori culturali. L’obiettivo è creare una rete nazionale per diffondere consapevolezza e offrire soluzioni concrete per la prevenzione e il trattamento delle MGF, una pratica che non è legata a una specifica religione o cultura, ma che rappresenta una grave violazione dei diritti delle donne.

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