
Esperti: fondamentale proteggere anziani, immuni e BPCO
Venezia, 10 settembre 2025 – Proteggere con urgenza i pazienti più vulnerabili dalle complicanze del Virus Respiratorio Sinciziale (RSV), in particolare chi soffre di BPCO e le persone immunocompromesse.
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È questo l’appello lanciato da clinici ed esperti in occasione del tavolo di lavoro “Strategie regionali di prevenzione dal Virus Respiratorio Sinciziale”, promosso da Motore Sanità con il sostegno non condizionato di GSK. L’incontro ha coinvolto le Regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, da anni modello nazionale per buone pratiche vaccinali.
Il Virus Respiratorio Sinciziale, benché spesso associato ai bambini piccoli, rappresenta un pericolo concreto anche per gli anziani fragili e i pazienti con malattie croniche, che più di altri rischiano crisi respiratorie severe, ricoveri e complicazioni gravi.
A livello europeo, si stimano oltre 3 milioni di casi annui di sindromi respiratorie acute negli over 60, con oltre 465.000 ospedalizzazioni e più di 33.000 decessi. In Italia, secondo i dati riferiti al 2019, 290.000 casi, 26.000 ricoveri e 2.000 morti in ambito ospedaliero. Cifre che delineano un quadro allarmante.
«La vaccinazione rappresenta oggi lo strumento più efficace per tutelare questi pazienti», ha sottolineato Claudio Micheletto, direttore della Pneumologia dell’AOU di Verona e presidente AIPO. «Le riacutizzazioni della BPCO non sono semplici episodi: causano un peggioramento progressivo della funzionalità polmonare, aumentano i ricoveri e la mortalità. È dunque fondamentale puntare sulla prevenzione anche attraverso i vaccini: oltre a quelli antiinfluenzale e antipneumococcico, ora si aggiunge anche quello contro l’RSV, indicato soprattutto per i pazienti respiratori più fragili».
Il vaccino, recentemente autorizzato, rappresenta una novità importante nel panorama delle vaccinazioni per adulti. È in grado di ridurre in modo significativo il rischio di infezioni respiratorie gravi e può essere somministrato in combinazione con altri vaccini già raccomandati.
Eppure, nonostante le evidenze scientifiche, l’implementazione a livello territoriale appare ancora frammentata. In molte regioni italiane si attendono ancora le direttive operative da parte del Ministero della Salute, rallentando l’accesso alla vaccinazione per le categorie a rischio.
Per questo motivo, secondo Anna Maria Cattelan, direttore delle Malattie Infettive all’AOU di Padova, «è urgente inserire il vaccino RSV nei percorsi di cura rivolti alla popolazione fragile. Le infezioni in questi soggetti possono evolvere rapidamente in polmoniti o bronchioliti, con ricoveri prolungati e gravi complicanze. Abbiamo oggi un’opportunità concreta di prevenzione, che va sfruttata».
Cattelan sottolinea anche l’importanza della formazione capillare degli operatori sanitari e dei caregiver, affinché la copertura vaccinale raggiunga in modo tempestivo tutti i gruppi vulnerabili: «Solo con una rete solida tra territorio, ospedali e medicina di base possiamo garantire uno scudo immunitario efficace».
Il messaggio finale che arriva dal tavolo di lavoro è chiaro: per affrontare il prossimo autunno-inverno con maggiore sicurezza, servono piani regionali chiari, coordinati, e un investimento concreto sulla cultura della vaccinazione. La posta in gioco è alta: la salute dei cittadini più fragili e la sostenibilità del sistema sanitario.
(Immediapress/Adnkronos)

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