Studio italiano rivela sinergia tra macrofagi e NK cells
Un meccanismo immunitario naturale potrebbe offrire nuove armi contro la diffusione delle metastasi nel tumore del colon-retto. È quanto emerge da uno studio coordinato dalla Sapienza Università di Roma, che ha approfondito il ruolo della collaborazione tra cellule natural killer (NK) e macrofagi nel rallentare l’espansione metastatica, in particolare a livello epatico. La ricerca, sostenuta dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e pubblicata sul Journal of Clinical Investigation, ha evidenziato come questa alleanza tra due componenti del sistema immunitario possa diventare la base per future strategie terapeutiche.
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Il tumore al colon-retto, scrive Italian medical news, è oggi la seconda causa di morte oncologica al mondo. Nonostante i progressi delle cure, le metastasi restano la principale minaccia per la sopravvivenza dei pazienti. L’urgenza di terapie più efficaci è dettata dalla complessità dei meccanismi biologici che regolano la diffusione del tumore, in particolare nelle fasi avanzate.
Le cellule NK, globuli bianchi appartenenti al sistema immunitario innato, sono note per la loro capacità di riconoscere e distruggere spontaneamente le cellule tumorali. Tuttavia, le loro funzioni in contesti già metastatizzati, soprattutto nel fegato, non sono ancora del tutto comprese. Lo studio ha cercato di colmare questa lacuna, analizzando il comportamento delle cellule NK in presenza di metastasi e identificando i fattori che ne influenzano l’efficacia.
I risultati rivelano che non tutte le metastasi epatiche si comportano allo stesso modo. Alcune sviluppano microambienti favorevoli che permettono alle cellule NK di mantenere alta la loro attività antitumorale. Questo è possibile grazie all’azione di particolari macrofagi, cellule deputate alla “pulizia” del sistema immunitario, che svolgono anche un ruolo attivo nel sostenere le NK. In presenza di questi macrofagi, le NK non solo sopravvivono più a lungo, ma sono anche in grado di attivarsi con maggiore precisione contro le cellule tumorali.
Il coordinamento tra le due popolazioni cellulari appare quindi centrale: senza il supporto dei macrofagi, le NK perdono la loro capacità di risposta efficace. Il team di ricerca ha osservato che, all’interno di alcuni noduli metastatici, la presenza di macrofagi “educatori” può addirittura insegnare alle NK a colpire il tumore in modo più selettivo ed efficiente.
Questa scoperta getta le basi per un possibile sviluppo di nuove terapie immunomodulanti, mirate a rafforzare l’interazione tra queste due componenti chiave del sistema immunitario. L’obiettivo è quello di intervenire direttamente sull’ambiente tumorale, rendendolo ostile alla crescita metastatica attraverso il potenziamento del “dialogo” tra macrofagi e cellule NK.
Lo studio apre così a un futuro in cui l’immunoterapia possa non solo contrastare il tumore primario, ma anche prevenire o contenere la diffusione metastatica, migliorando la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore del colon-retto.
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