Fumo e infarto under 50, l’allarme degli esperti ANMCO

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Sigarette tradizionali ed elettroniche, pericoli per i giovani

Fumo e infarto – Il consumo di sigarette è il principale elemento di rischio per l’insorgenza di infarto cardiaco tra i soggetti sotto i cinquant’anni, con particolare incidenza tra le donne. È quanto emerso durante i lavori del 56° Congresso nazionale ANMCO 2025, in corso di svolgimento a Rimini, dove si sono concentrati gli interventi di esperti sul legame diretto tra abitudini legate al fumo e salute cardiovascolare nei più giovani.

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Nel contesto dei dati emersi, è stato ribadito come il fumo costituisca la principale minaccia per la salute cardiaca degli adulti al di sotto della soglia dei cinquant’anni. La vulnerabilità è accentuata nelle donne, che, secondo le evidenze presentate, registrano un rischio infartuale significativamente aumentato rispetto alle non fumatrici. Il pericolo risulta ulteriormente amplificato in presenza di assunzione contemporanea di contraccettivi orali. La combinazione delle due condizioni comporta un incremento del rischio cardiovascolare e cerebrovascolare che si aggira attorno a una moltiplicazione di cinque volte rispetto alla popolazione femminile non fumatrice e non sottoposta a terapie ormonali.

A rendere ancora più urgente l’attenzione sul fenomeno, è stato anche il richiamo ai danni provocati dalla sigaretta a livello delle pareti interne delle arterie. Tali danni possono innescare meccanismi di aterosclerosi, con conseguente maggiore esposizione ad eventi cardiaci acuti come l’infarto. Gli effetti sono aggravati dalla compresenza di ulteriori fattori come l’ipertensione arteriosa, livelli elevati di colesterolo, diabete, eccesso di peso e inattività fisica.

Nel corso dell’evento scientifico è stato inoltre chiarito che nemmeno le sigarette elettroniche possono essere considerate una valida alternativa priva di effetti negativi. Le informazioni raccolte dagli studi presentati indicano che le sostanze inalate tramite i dispositivi elettronici – tra cui nicotina, glicerina e glicole propilenico – inducono modificazioni misurabili nei parametri cardiovascolari. Già nei trenta minuti successivi all’inalazione, è possibile osservare un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, insieme a un ispessimento delle pareti arteriose. Queste alterazioni, anche se ritenute meno gravi rispetto a quelle prodotte dalla combustione diretta del tabacco, si configurano comunque come elementi predisponenti a patologie cardiache e cerebrovascolari.

L’attenzione dei cardiologi riuniti al congresso si è rivolta anche al fenomeno del fumo passivo, ritenuto particolarmente dannoso nei contesti chiusi. L’esposizione involontaria al fumo prodotto dalla combustione del tabacco, così come all’aerosol esalato dai fumatori, comporta un innalzamento significativo del rischio per chi vive o lavora in ambienti dove il fumo è presente. Si è parlato di una crescita del 25-30% nell’incidenza delle patologie cardiovascolari tra i non fumatori esposti in modo cronico al fumo passivo, insieme a un aumento tra il 20 e il 30% dell’incidenza del tumore polmonare.

L’allarme tocca in modo diretto anche la popolazione pediatrica. Secondo i dati condivisi durante il congresso, si stima che circa 700 milioni di bambini, corrispondenti a metà della popolazione infantile mondiale, vivano in ambienti dove l’aria contiene residui di fumo di tabacco. La presenza di queste sostanze, specialmente in ambito domestico, pone i minori in una condizione di esposizione passiva continua e dannosa, con conseguenze che possono manifestarsi sia nel breve che nel lungo termine.

L’analisi condotta dai professionisti intervenuti a Rimini ha messo in luce la complessità dei fattori coinvolti nell’infarto giovanile, indicando nella prevenzione primaria – attraverso la dissuasione dal fumo – uno strumento decisivo per ridurre il numero di eventi cardiovascolari precoci. L’identificazione del fumo come fattore preponderante rappresenta un punto di partenza per azioni mirate alla promozione di comportamenti più salutari nella popolazione giovane.

Il congresso ha rafforzato l’idea che il contrasto al tabagismo, sia esso attivo o passivo, debba essere una priorità sanitaria pubblica. Le informazioni emerse suggeriscono la necessità di intensificare campagne di sensibilizzazione, politiche di contenimento dell’accesso ai prodotti a base di nicotina, e strategie di supporto alla disassuefazione, soprattutto nei soggetti più esposti.

In questo contesto, i professionisti del settore cardiologico confermano l’urgenza di intervenire con strumenti efficaci di prevenzione e monitoraggio, anche attraverso la collaborazione tra istituzioni, strutture sanitarie e mondo scolastico, per limitare l’accesso precoce al fumo e invertire una tendenza che continua a generare gravi conseguenze sulla salute pubblica.

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