Tumore cervice uterina: bassa copertura vaccinale in Italia

Le coperture per l'Hpv restano lontane dagli obiettivi internazionali

Tumore cervice uterina: bassa copertura vaccinale in Italia

Tumore cervice uterina: bassa copertura vaccinale in Italia

Tumore cervice uterina – Il tumore del collo dell’utero, o cervice uterina, rappresenta il secondo cancro più diffuso tra le donne, con circa 2500 nuovi casi registrati ogni anno in Italia . Nonostante la sua alta incidenza, questo tipo di tumore è largamente prevenibile grazie alla vaccinazione contro il papillomavirus umano (Hpv). Tuttavia, i dati relativi alle coperture vaccinali in Italia rimangono insufficienti, come evidenziato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha stabilito l’obiettivo di raggiungere una copertura vaccinale del 95% di controllo dell’Hpv entro il 2030 . Tuttavia, i dati più recenti del Ministero della Salute relativi al 2022 indicano che, tra le ragazze ei ragazzi di dodici anni , la copertura vaccinale è rispettivamente del 38,78% e del 31,81% . Per i quindicenni , le percentuali salgono a 69,32% per le femmine e 44% per i maschi. Nonostante questi miglioramenti, nessuna regione italiana ha raggiunto l’obiettivo fissato dall’Oms, con significativa disparità tra le diverse aree geografiche.

La vaccinazione contro l’Hpv è particolarmente importante, poiché previene l’insorgenza di tumori della cervice uterina. Inoltre, le donne sono invitate a partecipare ai programmi di screening cervicale, che includono il Pap-test e il test per la ricerca del Hpv-Dna . Questi test sono strumenti fondamentali per una diagnosi precoce, che permette di intervenire prima che la malattia si sviluppi.

Per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione, è stato avviato il progetto europeo Perch (PartnERrship to Contrast HPV), coordinato dall’Iss e coinvolgente 18 Paesi europei . Il progetto ha come obiettivo il miglioramento delle capacità di pianificazione e attuazione delle campagne vaccinali contro l’Hpv nei vari Stati membri. Nell’ambito di questa iniziativa, è stata avviata una campagna pilota nelle regioni della Calabria, Campania e Puglia . L’analisi dei risultati, prevista per giugno 2025 , fornirà una valutazione dell’efficacia di una campagna di vaccinazione anti-Hpv nelle scuole. In alcune aree dove questa strategia è già stata implementata da tempo, come ad esempio nella ASL di Taranto , si osserva un miglioramento significativo della copertura vaccinale.

Nel territorio della ASL di Taranto, infatti, la copertura vaccinale nelle scuole è pari all’80 % per le ragazze che completano il ciclo vaccinale e al 90% per coloro che ricevono la prima dose. Per i ragazzi, la copertura è più bassa, ma comunque rilevante: circa il 70% per il ciclo completo e 87% per la somministrazione della prima dose. Questi risultati indicano che le campagne scolastiche potrebbero rappresentare una soluzione efficace per aumentare la copertura vaccinale, non solo tra le femmine, ma anche tra i maschi.

Nonostante questi segnali positivi, la strada per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Oms resta lunga. È quindi fondamentale proseguire con gli sforzi per sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione del tumore del collo dell’utero, attraverso un’ampia diffusione del vaccino contro l’Hpv e una maggiore partecipazione ai programmi di screening. La prevenzione rappresenta la miglior arma contro questa malattia, che può essere completamente evitata con un intervento tempestivo.

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