
Trapianti di cellule: miglioramenti nella terapia del diabete
La ricerca ha coinvolto 79 pazienti di età compresa tra i 18 e i 67 anni, trattati con una dose di isole pancreatiche di almeno 10.000 Ieq/kg e un protocollo immunosoppressivo basato su αCD25/FK506/Rapa. I risultati indicano un significativo miglioramento nella sopravvivenza del trapianto e una maggiore indipendenza dall’insulina. Nei soggetti trattati, la sopravvivenza mediana delle isole è risultata essere di 9,7 anni, con il 72,7% dei pazienti che ha mantenuto l’indipendenza dall’insulina per un periodo tra i 6 e i 7 anni.
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I dati complessivi mostrano una sopravvivenza del trapianto dell’86% a un anno, del 65% a cinque anni e del 40% a vent’anni, confermando l’efficacia a lungo termine del trattamento. Tuttavia, lo studio ha anche rilevato alcuni effetti collaterali legati alla terapia immunosoppressiva, come infezioni e una riduzione della funzionalità renale. Questi effetti richiedono un attento monitoraggio e interventi mirati per garantire la sicurezza a lungo termine dei pazienti.
Questo studio sottolinea il potenziale dei trapianti di isole pancreatiche nel migliorare la qualità della vita dei pazienti diabetici a lungo termine. Fornisce inoltre preziose indicazioni per ottimizzare le future terapie cellulari, in particolare quelle basate sul differenziamento delle isole pancreatiche a partire da cellule staminali, ha spiegato il professor Lorenzo Piemonti.
I risultati aiutano a comprendere meglio gli effetti dell’immunosoppressione e a determinare le dosi ottimali di isole per garantire trapianti sicuri ed efficaci. Questi dati evidenziano l’importanza di proseguire la ricerca per migliorare e perfezionare le terapie cellulari destinate ai pazienti con diabete di tipo 1, per fornire trattamenti sempre più efficaci e sostenibili nel lungo periodo.
(Frm/Adnkronos Salute)
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