Cresce l’urgenza di supporto psicologico ed educativo giovanile
Un numero crescente di adolescenti manifesta fragilità profonde e spesso invisibili, con particolare incidenza tra i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e i giovani NEET, che vivono isolamento, assenza di modelli di riferimento e relazioni stabili con adulti. Per molti, l’esperienza adulta è lontana, incoerente o assente, generando vuoti emotivi che si traducono in chiusura, disorientamento e sfiducia. Secondo Emidio Musacchio, psicologo e responsabile dei servizi socio-educativi della Fondazione Asilo Mariuccia di Porto Valtravaglia, “colmare il vuoto relazionale attraverso attività concrete e la presenza costante di figure educative è essenziale per il loro benessere”.
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La salute mentale di bambini e adolescenti rappresenta oggi una delle emergenze più critiche e invisibili a livello globale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che oltre 166 milioni di adolescenti, circa 1 su 7, convivano con disturbi mentali quali ansia, depressione, traumi non elaborati e comportamenti autolesivi, spesso già in età scolare. Queste condizioni incidono sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale e possono compromettere rendimento scolastico, relazioni interpersonali e prospettive future. Quando il disagio non viene riconosciuto né affrontato, le cicatrici possono durare a lungo, anche in termini economici. La Banca Mondiale, nel report Helping Children Thrive: Mental Health and Human Capital, rileva che un disturbo mentale non trattato in adolescenza può ridurre il reddito futuro fino al 10% annuo, accentuando le difficoltà dei giovani più vulnerabili.
Il disagio giovanile si manifesta in molte forme: alcuni adolescenti soffrono in silenzio, altri percepiscono l’esclusione sociale o non trovano spazi di riconoscimento. Nei giovani NEET e nei dropout, il senso di marginalità è spesso radicato e amplificato dalla mancanza di prospettive concrete. Tuttavia, cresce la consapevolezza emotiva tra i ragazzi: molti parlano apertamente di ansia e difficoltà, aprendo spazi di intervento basati su relazioni autentiche, attività pratiche e approcci educativi non giudicanti.
Tra i più vulnerabili si collocano i minori stranieri non accompagnati, i NEET, gli adolescenti LGBTQIA+, chi proviene da famiglie segnate da povertà o migrazione, dove solitudine, discriminazione ed esclusione sociale diventano più acute. Per questi giovani, il supporto psicologico ed educativo è una necessità quotidiana, non un’opzione. Garantire ascolto e esperienze formative significative restituisce dignità e prospettive concrete di futuro.
La Fondazione Asilo Mariuccia, attiva dal 1902 nel sostegno a donne e minori in difficoltà, assiste circa 290 persone ogni anno, promuovendo un modello educativo che mira a inclusione, emancipazione e cambiamento sociale. Musacchio sottolinea come gli adolescenti costruiscano e esprimano la propria identità attraverso relazioni e attività pratiche, spesso diverse dalla prospettiva adulta. La familiarità con il digitale rappresenta sia una risorsa sia un fattore di rischio: la pressione dei social può accentuare il disagio per i più fragili, rendendo indispensabile offrire laboratori e esperienze concrete che restituiscano senso, appartenenza e fiducia.
Le attività della Fondazione vanno oltre l’ascolto, fornendo strumenti pratici per sviluppare autonomia e reinserimento sociale. Anche piccoli gesti, come una mano tesa o un’opportunità concreta, possono riaccendere la speranza in chi ha vissuto rifiuto, solitudine o fallimento. Dal novembre 2024 è attivo il progetto Coltivare Inclusione, rivolto a giovani italiani e stranieri con percorsi scolastici interrotti, difficoltà cognitive o disturbi dell’apprendimento, e situazioni di esclusione sociale. Nella sede di Porto Valtravaglia, laboratori agricoli e florovivaistici aiutano i ragazzi a ritrovare fiducia, competenze e relazioni significative.
Un altro progetto di riferimento è IntegrAzione, che ha coinvolto 30 MSNA dell’Alto Varesotto in un laboratorio di carpenteria navale per il restauro di imbarcazioni storiche del Lago Maggiore. L’accompagnamento quotidiano e la formazione esperienziale promuovono competenze tecniche e valoriali, come puntualità, lavoro di squadra, attenzione alla sicurezza e senso di responsabilità. Il Bilancio Sociale 2024 della Fondazione evidenzia l’impatto sociale di tali progettualità, la coerenza tra mission e pratiche e la crescente attenzione alla salute mentale e all’empowerment giovanile.
Dalla sua apertura, la Fondazione ha formato oltre 500 minori attraverso laboratori di educazione al lavoro, molti dei quali hanno intrapreso carriere significative. Le attività immersive attraggono i ragazzi più fragili, favorendo il recupero della fiducia in sé stessi. Musacchio osserva che l’ansia dei giovani spesso nasce da vuoti affettivi e relazionali, colmabili solo con presenza e esperienza concreta. Condividere laboratori manuali, progetti di gruppo e attività esperienziali permette ai ragazzi di stabilire relazioni solide e sicure con adulti affidabili, lontano dal digitale e dal giudizio, recuperando senso, identità e appartenenza.
Ogni intervento a favore della salute mentale giovanile rappresenta non solo un atto di giustizia sociale, ma anche un investimento strategico sul futuro collettivo. L’accompagnamento costante e autentico dei giovani più vulnerabili garantisce strumenti concreti per superare fragilità, colmare vuoti relazionali e costruire percorsi di inclusione, competenze e fiducia. La Fondazione Asilo Mariuccia continua così a consolidare un modello educativo centrato sull’esperienza, sull’empatia e sull’attenzione al benessere psicologico dei ragazzi, dimostrando come supporto, presenza e laboratori concreti possano restituire speranza e prospettive reali per il futuro.
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