
La biologa Simona Giunta torna in Italia per guidare un laboratorio all’avanguardia all’Università di Roma La Sapienza
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Dopo anni all’estero, la biologa Simona Giunta è tornata in Italia per studiare il centromero: una parte ancora oscura del nostro DNA, possibile origine di alcuni tumori. Quando si parla di ricerca sul cancro, spesso si immaginano cure, farmaci e terapie avanzate. Ma alla base di tutto c’è un mistero ancora in parte irrisolto: da dove nasce davvero il tumore? Dove si innesca l’errore cellulare che dà origine alla malattia? La risposta, secondo la biologa molecolare Simona Giunta, potrebbe trovarsi in una zona del DNA finora poco esplorata: il centromero.
Il centromero è una regione dei cromosomi umani che svolge un ruolo chiave nella divisione cellulare. Se questa zona funziona male, la cellula può smettere di replicarsi correttamente, dando il via a un processo incontrollato che può culminare in un tumore. Eppure, nonostante la sua importanza, il centromero è rimasto a lungo ai margini della ricerca. In parte perché è difficile da analizzare: costituito da sequenze altamente ripetitive, è stato uno dei grandi assenti nel primo sequenziamento del genoma umano completato nel 2002.
“È come se ci trovassimo davanti a una mappa del mondo perfetta, ma con alcune aree completamente oscurate. Il centromero è uno di questi buchi neri genetici”, spiega Giunta.
Dalla periferia di Roma ai grandi laboratori del mondo
La storia di Simona Giunta comincia in modo inaspettato. Cresciuta nel quartiere Dragona, alle porte di Roma, parte da giovanissima per Londra con l’obiettivo di imparare l’inglese, ma finisce per laurearsi in Biologia del cancro e intraprendere una carriera scientifica internazionale. Dopo un dottorato a Cambridge, lavora tra Francia, Australia e Stati Uniti, dove trascorre nove anni portando avanti ricerche d’avanguardia sul genoma.
Nel 2021, grazie a un grant Start-Up della Fondazione AIRC, Giunta torna in Italia e fonda il suo “Laboratory of Genome Evolution” presso l’Università “La Sapienza” di Roma. È la sua prima vera esperienza lavorativa nel nostro Paese.
“Mi sono sempre sentita cittadina del mondo, ma tornare in Italia per costruire qualcosa di nuovo, con l’esperienza maturata fuori, è stata una scelta voluta e necessaria”, racconta.
Obiettivo: capire quando il centromero “sbaglia”
Il laboratorio guidato da Giunta si concentra su un obiettivo ambizioso: decifrare le sequenze del centromero e analizzarne il comportamento nelle cellule sane e malate. I primi risultati non si sono fatti attendere. Nel luglio 2025, il team ha pubblicato su Science uno studio innovativo in cui è stato sequenziato un genoma umano diploide completo, centromero incluso. Un traguardo che solo pochissimi laboratori al mondo sono riusciti a raggiungere.
La svolta successiva è stata lo sviluppo di un test diagnostico basato sulla genomica computazionale, capace di identificare le mutazioni centromeriche nei pazienti oncologici.
“Abbiamo osservato che in alcuni tumori specifici, come quelli dell’ovaio e del colon, il centromero è soggetto a mutazioni precise e ripetute. Comprenderne la natura potrebbe aprire la strada a diagnosi più precoci e mirate”, spiega la ricercatrice.
Un team giovane e determinato
Il “Giunta Lab” è composto da un gruppo eterogeneo: dottorande, ricercatori, studenti di master e una lab administrator, figura fondamentale per il funzionamento quotidiano del laboratorio. “Il nostro è un gruppo affiatato. Ogni successo è il frutto di un lavoro collettivo”, sottolinea Giunta.
Oltre ai fondi di AIRC, il laboratorio riceve oggi anche finanziamenti da progetti europei e collabora con altre realtà internazionali impegnate nello studio del genoma.
Ricerca e responsabilità
Il lavoro di Giunta è spinto da una passione profonda per la scienza, ma anche da un forte senso di responsabilità verso chi combatte ogni giorno contro il cancro. “Ogni passo avanti nel laboratorio lo immagino come un gesto concreto per migliorare la vita dei pazienti. È questa l’idea che ci guida”, afferma.
Il ritorno in Italia, per lei e per la sua famiglia – compreso il marito inglese ormai “romanizzato” – è stata una scommessa. Ma i primi risultati fanno ben sperare.
L’Italia può essere un luogo di ricerca d’eccellenza
Simona Giunta è convinta che l’Italia possa tornare a essere terreno fertile per la scienza. “Ci sono menti brillanti e giovani ricercatori pieni di idee. Serve solo un sistema che li sostenga davvero e crei le condizioni per farli restare. Io ci credo”.
Il centromero, da sempre zona d’ombra del genoma, grazie a lei sta cominciando a illuminarsi. E forse, proprio lì, si nasconde una delle chiavi per comprendere – e sconfiggere – il cancro.
Da AIRC
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