A Bari somministrato primo vaccino V940 contro il tumore

A Bari somministrato primo vaccino V940 contro il tumore

Avviata in Italia la sperimentazione sul cancro al polmone

All’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari è stata effettuata la prima somministrazione in Italia del vaccino sperimentale V940, un trattamento a base di mRNA sviluppato per agire contro il tumore al polmone. Il paziente pugliese trattato rientra in un gruppo di sedici individui selezionati per la fase iniziale di una sperimentazione clinica internazionale che coinvolge dieci centri oncologici italiani.

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Il vaccino è frutto della collaborazione tra le aziende farmaceutiche Moderna e MSD (Merck, Sharp & Dohme) ed è stato progettato come terapia personalizzata per pazienti sottoposti a intervento chirurgico e chemioterapia standard. Diversamente dai vaccini preventivi, il V940 ha una finalità terapeutica: il suo obiettivo è ridurre il rischio di recidiva nei pazienti già operati, attraverso un’azione mirata sulle cellule tumorali residue.

La tecnologia impiegata si basa su una sequenza di RNA messaggero sintetico che viene personalizzata per ogni paziente. I ricercatori prelevano campioni del tessuto tumorale rimosso chirurgicamente e analizzano le mutazioni genetiche specifiche del tumore. Da questi dati viene elaborato un codice genetico, che viene impiegato per costruire la sequenza di mRNA contenuta nel vaccino. Una volta iniettata, questa sequenza istruisce il sistema immunitario a riconoscere e colpire cellule tumorali che presentano le stesse caratteristiche.

Il progetto clinico si inserisce in una strategia che mira a rafforzare le cure oncologiche personalizzate con l’ausilio delle più avanzate tecnologie biomediche. L’obiettivo è sviluppare trattamenti capaci di aumentare la sopravvivenza dei pazienti oncologici e di prevenire la ricomparsa della malattia, intervenendo su elementi specifici della biologia del tumore.

Il tumore del polmone, in particolare nella forma non a piccole cellule, rappresenta una delle principali sfide per l’oncologia moderna. In Italia è la seconda neoplasia più diagnosticata negli uomini e la terza tra le donne. È inoltre la prima causa di mortalità oncologica. Le attuali terapie convenzionali offrono margini di sopravvivenza limitati, soprattutto nei casi in stadio avanzato. Per questo motivo, approcci innovativi come il V940 sono oggetto di attenzione da parte della comunità scientifica.

La sperimentazione clinica in corso a Bari si affianca a progetti analoghi già avviati per il trattamento del melanoma, nei quali viene utilizzata la stessa tecnologia a mRNA. Anche in questi casi, l’obiettivo è la realizzazione di vaccini su misura, basati sul profilo genetico del tumore individuale. La piattaforma utilizzata è simile a quella impiegata nella realizzazione dei vaccini contro il COVID-19, che ha accelerato lo sviluppo di nuove terapie a mRNA.

I criteri di accesso allo studio sono rigorosi. I pazienti devono aver subito l’asportazione chirurgica del tumore e completato il ciclo di chemioterapia. Solo successivamente viene valutata l’idoneità alla ricezione del vaccino personalizzato. Il trattamento, somministrato in ambito clinico controllato, viene poi associato all’immunoterapia, al fine di stimolare una risposta del sistema immunitario il più possibile efficace.

L’azione del vaccino è rivolta in particolare alle micrometastasi, ovvero cellule tumorali invisibili agli esami clinici tradizionali ma potenzialmente capaci di generare nuove formazioni. Contrastare precocemente questi residui può contribuire a prolungare la remissione della malattia e, in alcuni casi, a evitarne il ritorno.

La scelta dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari per la somministrazione inaugurale è legata al suo ruolo all’interno della rete oncologica nazionale. L’ente, riconosciuto come IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), è coinvolto in numerosi progetti clinici internazionali e rappresenta un polo di riferimento per la ricerca traslazionale nel Sud Italia.

Il vaccino V940 si colloca in un panorama di ricerca in espansione sui vaccini terapeutici oncologici, che secondo diversi studi rappresentano uno dei settori più promettenti nella lotta contro il cancro. Il principio di fondo è quello di modulare il sistema immunitario del paziente perché possa agire in modo selettivo e persistente contro le cellule tumorali.

Al momento, la disponibilità del trattamento è limitata all’ambito sperimentale e riservata a un numero ristretto di pazienti selezionati. Saranno necessari ulteriori dati per stabilire l’efficacia clinica e la sicurezza del vaccino nel lungo periodo. I risultati raccolti attraverso i dieci centri coinvolti in Italia contribuiranno a determinare se questa tecnologia potrà essere estesa a un uso più ampio nella pratica clinica oncologica.

La sperimentazione in corso rappresenta uno dei tentativi più recenti e avanzati di integrare le tecnologie dell’mRNA con l’oncologia di precisione, nella prospettiva di trattamenti sempre più mirati, tollerabili ed efficaci.

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