In Italia 24 milioni con roncopatia, cresce la ricerca
Il 54% della popolazione italiana tra i 15 e i 74 anni, ovvero oltre 24 milioni di persone, è colpito da roncopatia, una condizione che va ben oltre il semplice fastidio notturno. La nuova disciplina della roncologia, dedicata allo studio del russamento e dei suoi effetti sul corpo umano, acquisisce rilievo scientifico con la nascita dell’Accademia Italiana di Roncologia (Air), presentata presso l’ospedale Auxologico San Luca di Milano.
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Il disturbo, noto in ambito medico come roncopatia, non solo interferisce con la qualità del sonno ma può rappresentare un fattore di rischio per numerose patologie croniche. Lo sottolineano i recenti studi clinici e l’esperienza degli specialisti che ora trovano un punto di riferimento condiviso proprio nell’Air, struttura senza fini di lucro, pensata per promuovere la ricerca, la formazione e il confronto multidisciplinare.
Secondo i dati elaborati da Patrizio Armeni del Cergas Sda Bocconi nel 2019, la prevalenza del disturbo in Italia si attesta al 54% nella fascia adulta, con una maggiore incidenza tra i maschi (65%). A livello globale, la rivista Lancet Respiratory Medicine riporta che 936 milioni di persone tra i 30 e i 69 anni soffrono di roncopatia apneica, di cui 456 milioni presentano forme gravi. Eppure solo il 3% di questi pazienti si rivolge a un medico, e solo la metà riceve una diagnosi appropriata.
Il costo annuo stimato per il sistema sanitario italiano supera i 31 miliardi di euro, tra spese dirette e conseguenze indirette, come la perdita di produttività e i danni derivanti da incidenti stradali. Proprio questi ultimi sono in parte attribuibili alla roncopatia apneica: si calcola che il 22% degli incidenti alla guida siano causati da colpi di sonno legati a interruzioni respiratorie durante il riposo notturno.
Il presidente dell’Accademia Air, Fabrizio Salamanca, ricorda come in Italia si iniziò a studiare la roncopatia già negli anni ’70. Tuttavia, per lungo tempo il disturbo rimase sottovalutato, anche per l’assenza di strumenti diagnostici adeguati. Oggi, con l’evoluzione della tecnologia e l’interesse crescente della comunità scientifica internazionale, la roncopatia è divenuta uno dei temi più trattati negli studi medici.
La roncopatia si suddivide in tre categorie principali. La forma più lieve è quella semplice, che comporta un russamento continuo senza impatto evidente sulla salute della persona, pur risultando spesso disturbante per chi dorme accanto. Segue la roncopatia patologica, in cui il sonno risulta non ristoratore, sebbene non si verifichino apnee. La terza e più grave è la roncopatia apneica, con interruzioni respiratorie intermittenti che possono durare anche molti secondi, compromettendo l’ossigenazione del corpo e favorendo l’insorgenza di malattie cardiovascolari, cognitive e neurologiche.
La roncopatia, a differenza di altri disturbi del sonno, è esclusiva della specie umana. A spiegarlo è la particolare struttura dell’apparato respiratorio superiore: l’orofaringe collassabile, una caratteristica anatomica evolutiva che, insieme alla caduta posteriore della lingua durante il sonno, genera le condizioni ideali per il russamento e le apnee ostruttive.
Il disturbo si manifesta con aumento della pressione arteriosa, aritmie, eccessiva sonnolenza diurna, difficoltà cognitive e disturbi della memoria. Il fenomeno colpisce in modo marcato la popolazione maschile, con una prevalenza stimata fino al 24% negli uomini e al 9% nelle donne. Quest’ultime, in età fertile, sono parzialmente protette dagli ormoni estrogeni e progesterone, che contribuiscono al mantenimento del tono muscolare delle vie aeree.
Nel campo diagnostico, la novità principale è rappresentata dalla Sleep Endoscopy, un esame endoscopico in sedazione farmacologica, che consente in circa 10-15 minuti di visualizzare i siti ostruttivi delle vie aeree superiori durante il sonno. Grazie a questa tecnica è possibile personalizzare il trattamento identificando con precisione le cause del russamento.
Anche sul fronte terapeutico si registrano progressi significativi. La chirurgia mini-invasiva rappresenta una delle opzioni, affiancata da dispositivi odontoiatrici sempre più efficaci e meglio tollerati. Si aggiungono infine farmaci innovativi che agiscono sul tono muscolare delle vie aeree, riducendo sia i risvegli notturni sia la sonnolenza diurna.
L’intelligenza artificiale sta entrando anche nella roncologia, supportando i medici nelle diagnosi precoci e nell’ottimizzazione delle terapie. L’Accademia Air intende promuovere questa evoluzione, stimolando la ricerca anche tra i giovani professionisti. Gli algoritmi di machine learning e deep learning, sebbene promettenti, richiedono comunque la supervisione di medici esperti, per evitare errori nella valutazione dei dati clinici.
Con la fondazione dell’Air, si consolida in Italia un percorso già avviato da decenni ma finora privo di un riferimento istituzionale unico. L’Accademia si pone dunque l’obiettivo di collegare specialisti, favorire la formazione continua e organizzare eventi scientifici con respiro internazionale. La roncopatia, infatti, non è più considerata un disturbo marginale, ma una vera e propria patologia cronica multiorgano, la cui diagnosi tempestiva può migliorare la qualità della vita di milioni di persone.
(Redazione/Adnkronos)
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