
Terapie integrate per i tumori: attività fisica e miglior qualità di vita
L’Associazione Onconauti promuove un modello di oncologia integrata per migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei pazienti con tumori al seno e alla prostata. Il XII Congresso Nazionale degli Onconauti, recentemente tenutosi a Bologna, ha messo in evidenza come l’integrazione di terapie non farmacologiche e stili di vita salutari possa ridurre significativamente il rischio di recidive e migliorare l’esito delle cure.
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Terapie integrate e benefici per i pazienti
Secondo Stefano Giordani, Direttore Scientifico dell’Associazione Onconauti e responsabile dell’Oncologia Territoriale AUSL Bologna, l’attività fisica regolare e altre pratiche non farmacologiche offrono risultati tangibili. Le pazienti con tumore al seno che praticano almeno mezz’ora di esercizio fisico al giorno presentano, dopo dieci anni, una riduzione del 43% del rischio di mortalità generale e del 30% di mortalità legata al tumore. Per i tumori alla prostata, l’attività fisica riduce del 20% il rischio di recidiva e migliora del 40% la sopravvivenza rispetto agli uomini sedentari.
L’oncologia integrata proposta dagli Onconauti include interventi non farmacologici validati scientificamente, quali:
- Attività fisica: programmata e regolare
- Supporto psicologico: come musicoterapia e arteterapia
- Pratiche mente-corpo: tra cui yoga, agopuntura, shiatsu, riflessologia e Qi Gong
- Consulenze specialistiche: su nutrizione e fisioterapia
Questi trattamenti, già disponibili nei principali centri oncologici statunitensi e presso il Centro di Terapie Integrate Komen del Policlinico Gemelli a Roma, saranno presto attivi anche a Bologna. Dal 2025, l’Associazione Onconauti aprirà il primo Centro Territoriale di Terapie Integrate nella città emiliana, seguito da un secondo a Bentivoglio. Questi centri mirano a completare la Rete di Assistenza Oncologica presente sul territorio e ad avvicinare i servizi ai pazienti in un’area densamente popolata e in continua crescita.
Nuove evidenze scientifiche a supporto
Al congresso, Giordani ha presentato gli ultimi dati sull’efficacia dei trattamenti integrati. Oltre a diminuire gli effetti collaterali delle cure farmacologiche, questi interventi riducono il rischio di sviluppare un secondo tumore. Nei dieci anni successivi alla diagnosi, infatti, un paziente oncologico su cinque è colpito da una nuova neoplasia, indipendente dalla prima. Secondo Antonio Maestri, Direttore del Dipartimento Oncologico AUSL Bologna, la prevenzione tramite terapie integrate è fondamentale per minimizzare tali rischi.
“Le terapie integrate hanno un impatto diretto sul recupero e sulla qualità di vita dei pazienti oncologici”, afferma Giordani. “Riducendo la possibilità di recidive e nuovi tumori, si interviene non solo sulla neoplasia primaria ma anche sui rischi a lungo termine. Insieme alla terapia oncologica tradizionale, le pratiche di supporto garantiscono una riabilitazione più completa.”
L’attività fisica come “medicina”
Numerosi studi hanno dimostrato i benefici dell’attività fisica nel trattamento del tumore al seno e alla prostata. I dati esposti al Congresso indicano che una costante attività fisica svolge un ruolo determinante anche per la sorveglianza attiva nei tumori prostatici. Per questi pazienti, l’attività fisica riduce il rischio di progressione della malattia e di recidive. “In un follow-up di dieci anni, un uomo con tumore alla prostata che pratica regolare attività fisica ha il 20% di rischio in meno di recidiva e un miglioramento della sopravvivenza del 40% rispetto a chi è sedentario”, spiega Giordani.
Secondo Giordani, l’attività fisica agisce sia direttamente, tramite la produzione di molecole che frenano le cellule tumorali, sia indirettamente, influenzando il sistema immunitario in modo da rendere l’ambiente meno favorevole alla crescita di nuove cellule neoplastiche.
Espansione delle terapie integrate
La necessità di un approccio terapeutico integrato è evidenziata anche dalle recenti pubblicazioni scientifiche e dai documenti di consenso degli esperti. Come rileva Stefania Gori, Direttrice del Dipartimento Oncologico IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, un percorso di follow-up che includa riabilitazione psicologica e fisica, controllo della salute ossea e cardiovascolare, e uno stile di vita sano può aumentare le possibilità di sopravvivenza e di miglioramento della qualità di vita delle pazienti oncologiche. Un consensus dell’Associazione Italiana dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (AIGOM) pubblicato di recente ha sottolineato l’importanza di un monitoraggio completo per le pazienti con tumore al seno in fase precoce.
Prospettive future
L’obiettivo dell’Associazione Onconauti è garantire l’accesso alle terapie integrate in tutta l’area metropolitana bolognese e oltre. Come evidenziato da Maestri, “è importante che nel 2025 si raggiungano altri comuni, permettendo così un’estensione dei servizi a tutti i pazienti”.
I centri di terapia integrata rappresentano una novità significativa nella gestione delle cure oncologiche, offrendo un supporto complementare alla terapia tradizionale e potenziando il benessere psicofisico dei pazienti.
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