Trauma cranico, scoperto meccanismo che porta a demenza, futuro per nuove cure
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Uno studio realizzato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano dimostra che il trauma cranico induce la formazione di una forma anomala della proteina tau che si propaga nel cervello causando perdita di memoria e danni ai neuroni.
“Il trauma cranico grave – spiega Elisa Zanier che insieme a Roberto Chiesa ha coordinato lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Brain* – è la principale causa di morte e disabilità permanente nei giovani adulti. Inoltre, anche quando di lieve entità, rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di demenze come l’Alzheimer e l’encefalopatia cronica post-traumatica, malattia tipica degli sport da contatto, come la boxe. Comprendere il meccanismo responsabile della transizione da danno cerebrale acuto a malattia cronica neurodegenerativa consentirebbe di sviluppare nuove terapie.”
“Analizzando il cervello di individui deceduti anni dopo un singolo trauma cranico grave, abbiamo notato che si formavano depositi diffusi di una forma anomala della proteina tau, tipica di alcune demenze” – continua William Stewart neuropatologo dell’Università di Glasgow che ha partecipato allo studio.
“Lo stesso fenomeno lo abbiamo riprodotto nel topo in cui abbiamo visto che la proteina tau anomala si formava inizialmente nella zona attigua al trauma ma, col tempo, si diffondeva alle altre aree del cervello. Questo fenomeno ricordava la propagazione dei prioni, le proteine infettive scoperte dal premio Nobel Americano Stanley Prusiner” – dice Chiesa, che aggiunge: “Proprio come un prione, la tau generata dal trauma, propagandosi nel cervello, induceva perdita di memoria e danni alle cellule nervose.”
“Il fatto che un singolo trauma generi una forma di tau in grado di auto-propagarsi contribuendo al danno a lungo termine, spiega come un evento meccanico acuto possa evolvere in una malattia progressiva neurodegenerativa” conclude Zanier.
In Europa più di 5 milioni di persone vivono con una disabilità fisica e/o psicologica conseguente a trauma cranico moderato o grave. Lo studio dell’IRCCS Mario Negri identifica la propagazione della tau quale meccanismo alla base della disabilità permanente nel paziente traumatizzato e suggerisce che interferire con questo meccanismo possa avere effetti terapeutici.
*Induction of a transmissible tau pathology by traumatic brain injury
Elisa R. Zanier, Ilaria Bertani, Eliana Sammali, Francesca Pischiutta, Maria Antonietta Chiaravalloti, Gloria Vegliante, Antonio Masone, Alessandro Corbelli, Douglas H. Smith, David K. Menon, Nino Stocchetti, Fabio Fiordaliso, Maria-Grazia De Simoni, William Stewart, Roberto Chiesa
https://academic.oup.com/brain/article-lookup/doi/10.1093/brain/awy193
Proteina coinvolta nello sviluppo di molte malattie croniche (soprattutto demenze degenerative e malattie extrapiramidali) che hanno in comune la degenerazione del citoscheletro neuronale. Questa può essere dovuta all’abnorme fosforilazione della proteina tau che, in condizioni normali, contribuisce all’organizzazione spaziale dei microtubuli. Quando l’organizzazione spaziale è sconvolta, il citoscheletro si ammassa in convoluti argentofili (degenerazione neurofibrillare) o si addensa in depositi lungo l’assone (distrofia neuroassonale) o nel corpo cellulare (corpi di Pick, corpi di Lewy). La fosforilazione della proteina tau del citoscheletro comporta, inoltre, anche la disconnessione delle sinapsi e quindi la disorganizzazione dei circuiti neuronali della neocorteccia.
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