Vaccino sperimentale efficace e sicuro per il cancro ovarico
Un vaccino personalizzato che stimola e rafforza il sistema immunitario di chi lo riceve ha quasi raddoppiato il numero di donne sopravvissute al cancro ovarico in un arco di due anni. Sono i risultati, “promettenti, anche se preliminari”, pubblicati su Science Translational Medicine, che hanno mostrato una percentuale di sopravvivenza raddoppiata a due anni dalla diagnosi. Di cancro alle ovaie si ammalano ogni anno circa 4.500 donne in Italia ma i sintomi, come gonfiore e pressione all’ addome, sono molto generici, quindi la malattia spesso viene riconosciuta quando è ormai tardi.
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Quasi 8 donne su 10 che hanno ricevuto il vaccino insieme a farmaci immunoterapici sono sopravvissute per due anni, il 78% rispetto al 44% di coloro che hanno solo assunto medicinali.
Lana Kandalaft, della Perelman School of Medicine dell’ateneo Usa, a guida dello studio, ricorda che “il cancro ovarico è un killer silenzioso che, una volta diagnosticato, si trova di solito nella fase avanzata. La combinazione di chemioterapia e chirurgia è lo standard di cura, ma nell’85% dei pazienti la malattia si ripresenta e rimangono poche altre opzioni terapeutiche. Ma è stato dimostrato che circa il 55% delle pazienti con carcinoma ovarico ha una risposta immunitaria spontanea e questa risposta è correlata con una migliore sopravvivenza”. In questi casi quindi un vaccino potrebbe essere in grado di rafforzare la reazione del sistema immunitario, così come è stato dimostrato esser possibile per il cancro alla prostata.
Testando questa ipotesi, ricercatori della Perelman School of Medicine dell’ Università della Pennsylvania hanno creato vaccini immunoterapici “personalizzati” per 25 pazienti con diagnosi di carcinoma ovarico recidivante avanzato. Per ciascun vaccino sono state utilizzate le cellule dendritiche del sangue, vere e proprie ‘ spie intelligenti’ che identificano gli invasori e li segnalano alle cellule T immunitarie per farli attaccare.
Alcune pazienti hanno ricevuto il solo vaccino
Per lo studio, alcune pazienti hanno ricevuto il solo vaccino e altre lo hanno ricevuto in combinazione con farmaci chemioterapici (bevacizumab e ciclofosfamide). La sopravvivenza globale a due anni è risultata quasi il doppio tra le pazienti che hanno ricevuto insieme il vaccino e i due chemioterapici, ovvero pari al 78%, rispetto al 44% dei pazienti che hanno ricevuto i farmaci ma non il vaccino. Inoltre nessuna ha avuto effetti collaterali gravi. I risultati giustificano ora un più ampio studio clinico.
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