Carcinoma mammario avanzato: oltre 40mila pazienti in Italia
Carcinoma mammario avanzato – Il carcinoma mammario metastatico continua a rappresentare una delle principali sfide per la salute pubblica in Italia, colpendo oltre 40.000 persone. Tuttavia, l’introduzione di farmaci innovativi ha segnato un cambiamento significativo, migliorando l’aspettativa di vita delle pazienti in stadio avanzato. Gli esperti, durante un recente simposio tenutosi a Napoli, hanno discusso le evoluzioni nella gestione di questa patologia, evidenziando l’importanza di un sistema sanitario più efficiente e organizzato.
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Secondo le ultime analisi, i progressi non derivano solo dalle nuove terapie, ma anche dall’adozione di modelli sanitari più efficaci e dalla creazione di reti oncologiche regionali. L’implementazione dei Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (Pdta) ha permesso di garantire una presa in carico più completa delle pazienti. I centri di senologia, noti come Breast Unit, istituiti in ogni regione a seguito di un accordo Stato-Regioni del 2014, sono un esempio di efficienza nel trattamento del carcinoma mammario.
Nonostante i progressi, permangono disuguaglianze significative nella gestione del carcinoma mammario avanzato tra le diverse regioni italiane. La dottoressa Manuela Tamburo De Bella, coordinatrice dell’Osservatorio per le Reti Oncologiche di AGENAS, ha evidenziato che, sebbene ci siano stati miglioramenti nella diagnosi e nel trattamento, le pazienti metastatiche, spesso già in stadio avanzato alla prima diagnosi, continuano a mancare di un accesso diretto a percorsi terapeutici ben definiti. Questo porta a ritardi nelle rivalutazioni necessarie per ottimizzare il trattamento.
Un aspetto cruciale è che le pazienti in trattamento devono seguire un follow-up programmato a tre mesi dalla diagnosi da parte della stessa equipe medica. Senza un monitoraggio regolare, le pazienti rischiano di non trarre il massimo beneficio dalle terapie a cui sono sottoposte. La dottoressa Tamburo De Bella ha sottolineato che l’obiettivo non deve essere solo l’incremento del numero delle strutture oncologiche, ma anche un miglioramento nell’organizzazione delle reti già esistenti. La rete oncologica deve funzionare come un sistema coeso che integri tutte le strutture specializzate della regione.
Il professor Carmine De Angelis, intervenuto al simposio, ha descritto il carcinoma mammario avanzato come una forma di cancro in cui il tumore si è diffuso oltre il seno, interessando organi come polmoni, fegato e ossa. Attualmente, in Italia, sono oltre 40.000 le persone che convivono con questa patologia. Gli esperti concordano che l’introduzione di nuovi farmaci, come gli anticorpi coniugati (ADC), rappresenta una vera e propria rivoluzione nel trattamento del carcinoma mammario metastatico. Questi farmaci sono progettati per somministrare chemioterapie direttamente alle cellule tumorali, massimizzando l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali.
La dottoressa Emanuela Omodeo Salè, moderatrice del simposio e Direttore della Farmacia dell’Istituto Europeo di Oncologia, ha aggiunto che il ruolo del farmacista ospedaliero è diventato sempre più cruciale nella gestione multidisciplinare del paziente oncologico. Con l’aumento della complessità dei casi, la figura del farmacista non solo supporta la somministrazione dei farmaci, ma svolge anche un’importante funzione educativa e di coordinamento nel percorso di cura. La dottoressa ha menzionato l’apertura di sportelli di farmacia in alcuni ospedali, dove i farmacisti offrono supporto e informazioni utili per facilitare l’aderenza alle terapie.
In merito alle difficoltà che affrontano le pazienti con carcinoma mammario metastatico, la presidente di Europa Donna Italia, dottoressa Rosanna D’Antona, ha richiamato l’attenzione su due aspetti fondamentali: l’accesso alle terapie innovative e la qualità della vita. La dottoressa ha denunciato le lunghe attese burocratiche che seguono l’approvazione dei farmaci, sottolineando che i pazienti non possono permettersi ritardi quando si tratta di malattie così aggressive. Dopo l’approvazione da parte dell’EMA e dell’AIFA, le pratiche regionali dovrebbero essere expedite.
Un altro tema centrale è la qualità della vita delle pazienti. D’Antona ha evidenziato che molte donne desiderano “vivere” e non semplicemente “sopravvivere”, cercando di mantenere una vita quanto più normale possibile anche durante le cure. Ha suggerito l’importanza di supporti come la consulenza psiconcologica, l’educazione nutrizionale e l’attività fisica, che possono contribuire a migliorare il benessere generale. Anche pratiche integrative come meditazione e yoga possono aiutare le pazienti a gestire lo stress e a facilitare l’aderenza alle cure.
Il simposio ha dimostrato che, sebbene siano stati compiuti progressi significativi nella gestione del carcinoma mammario avanzato, esistono ancora sfide importanti da affrontare. La necessità di un accesso equo alle cure, un miglior coordinamento tra le strutture sanitarie e un supporto completo per le pazienti sono tutti aspetti che richiedono attenzione da parte delle istituzioni e dei professionisti della salute. La condivisione di esperienze e conoscenze tra medici, farmacisti e associazioni di pazienti è fondamentale per promuovere una cultura della cura che metta al centro le esigenze delle donne affette da carcinoma mammario metastatico.
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